Anche il Bangladesh chiude Facebook
Il bando a Facebook si estende nei paesi islamici. Ma il Pakistan fa parziale retromarcia: blocco delle immagini blasfeme e non dell’intero sito
Dopo il Pakistan, anche il Bangladesh mette al bando Facebook. Le vignette satiriche e le caricature non sono ammesse: avrebbero “ferito i sentimenti religiosi della maggioranza musulmana presente in Bangladesh”.
Ma il Pakistan fa parziale retromarcia: blocco delle immagini blasfeme e non dell’intero sito. Il ministro pakistano aveva detto di preferito Twitter a Facebook.
Di recente Google ha reso noto che la censura online non si limita a Cina, Birmania, Iran e Cuba. Ma è un “affare” che coinvolge ben 25 paesi nel mondo. Inoltre la scure della censura non viene calata soltanto sulla ricerca online (per bloccare ricerche di informazioni e news sui motori di ricerche), ma colpisce anche: Google Docs, la piattaforma della blogosfera Blogger e il sito di video condivisione YouTube. Questi servizi dell’ecosistema Google vengono censurati e bloccati in un quarto dei 100 paesi in cui Google opera. L’Italia è al decimo posto in questa poco invidiabile classifica dei paesi censori.
